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8 modi per far decollare la tua carriera come traduttore

Colonna sonora: I’m no Superman – Lazlo Bane


L‘altro giorno stavo riordinando i file sul computer e mi sono imbattuta in un PDF che avevo scaricato chissà quanto tempo prima e da chissà quale sito.

Si intitola: “8 Ways to Ignite Your Translation Career”, ovvero “8 modi per far decollare la tua carriera come traduttore”. Ve li elenco in breve:

1. Creare un proprio sito Internet

2. Essere attivi sui social media

3. Scrivere articoli e intervenire su siti come Proz, TranslatorsCafe.com, Translation Journal

4. Aderire a realtà associative inerenti alla professione e prendere parte a eventi di networking

5. Partecipare a eventi dove potrebbero esserci potenziali clienti

6. Promuoversi parlando del proprio lavoro con amici e conoscenti

7. Investire in CAT tool

8. Trovare un mentore

Non metto in dubbio il fatto che siano tutti consigli validi, ma sarò onesta: ho arricciato il naso.

Rimane il tempo di tradurre?

È stato il mio primo pensiero.

Ogni singolo elemento di quella lista – tranne forse l’acquisto di CAT tool – richiede un investimento notevole in termini di tempo, che è tra le risorse più preziose. Io ad esempio ho un sito Internet e curo una pagina Facebook, ma sono attività che necessariamente devo inserire nel flusso di lavoro, non sono cose da 5 minuti e via.

Conosco colleghi traduttori che preferiscono dedicarsi a una mailing-list, oppure presenziare a fiere di settore, essere molto attivi su pagine tenute da terzi e che monitorano costantemente, e così via…

Non c’è una strategia più valida di altre o una “guida definitiva per farsi pubblicità come traduttori”, ma ritengo sia salutare stare attenti a non rimanere schiavi delle aspettative, soprattutto quando si è agli inizi.

Di cosa parlo? Di tutte quelle opinioni insidiose che ci invitano senza mezzi termini a considerare alcune cose come imprescindibili: devi avere un sito Internet, non puoi non seguire tutte le conversazioni su Proz, è assolutamente richiesta la tua partecipazione a quanti più eventi di networking a cui tu sia umanamente in grado di presenziare…

Il peso di tutto ciò che dovremmo fare diventa insopportabile.

Così insopportabile che si finisce per non fare nulla.

Non ditemi che non vi è mai capitato, non ci crederei. Accade spesso, purtroppo, tanto nel lavoro quanto nella vita privata.

Eppure le uniche regole davvero inderogabili, a mio avviso, sono quelle che riguardano la qualità del lavoro e il rispetto delle tempistiche di consegna concordate con il cliente.

Il resto è… come dire? Facoltativo.

La giusta misura sta nel mezzo

Va da sé, in ogni caso, il fatto che non farsi schiacciare dalle aspettative non significa che ci si possa concedere il lusso di trascurare la promozione della propria attività di traduttore o come freelancer in generale.

Per potervi contattare un cliente deve per lo meno sapere della vostra esistenza.

Farsi pubblicità è importante.

È dunque consigliabile pensare a quale possa essere il proprio modo di farsi conoscere, quello che rispetti le vostre inclinazioni e il vostro carattere, che aderisce meglio al tipo di persona che siete.

Meglio un’email o una telefonata? L’idea di partecipare a una fiera di settore vi manda in visibilio o vi terrorizza? Non credete che ci sia nulla di meglio che tenere un vlog o non sapete neanche di che cosa si tratti (né lo volete sapere)?

Come dicevo prima: non c’è una forma più giusta di altre.

L’importante è che quello che scegliete di fare vi piaccia e rispecchi il vostro lavoro.

La pensi diversamente o condividi?

Sarò felicissima di leggere un tuo parere a riguardo, lasciami un commento!

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Comments (10)

  1. Ciao Alice, sono d’accordo quando dici “… non c’è una forma più giusta di altre. L’importante è che quello che scegliete di fare vi piaccia e rispecchi il vostro lavoro.”, e aggiungo che bisogna tenere conto anche del canale preferito usato dal nostro cliente tipo. Secondo me questi sono i tre aspetti da tenere conto per farci pubblicità. A presto, Elizabeth

    1. Concordo con te sulla questione del canale prediletto dei nostri potenziali clienti, è sicuramente un aspetto importantissimo.

      Desideravo tuttavia sottolineare la libertà di scegliere.

      Spesso, pensando di dover fare tutto o di dover adottare gli stessi strumenti utilizzati da altri, finiamo per non fare più nulla o di farlo male. Ed è un risvolto che ritengo ancora più deleterio.

  2. Cara collega,
    non ci conosciamo eppure con questo articolo stavi parlando a me.
    Io sento di *dover* avere un account su Instagram perché, parole degli altri, ormai è lì che si gioca tutto e che si fanno gli affari.
    Bene, io però non *voglio* un account Instagram… Non so nemmeno cosa dovrei postare, mica posso fare le foto al monitor del computer tutti i giorni!
    E non voglio essere schiava del social, perché uno volta che raggiungi una certa fama, lo sei.
    Grazie quindi per avermi alleviato un po’ di pressione! Ottimo blog 🙂
    Elena

    1. Cara Elena, piacere!

      Sono contenta di aver alleviato la pressione. Come spieghi anche tu, non possiamo essere noi a inseguire (e rimanere schiavi) dei social. Oggi ti dicono Instagram, domani Tiktok, e tra una settimana chissà cos’altro. Come sostengo nel post, meglio scegliere il mezzo a noi più congeniale. L’importante è trovarne uno 😉

      Proprio l’altro ieri, parlando con una cara amica e collega di questi argomenti (no, non passano mai di moda!), mi raccontava che lei preferisce di gran lunga l’incontro di persona o, nel caso di clienti lontani, il contatto telefonico. Nel fare ciò che sente più affine a sé, la sua presentazione acquisisce un’energia diversa e diventa più efficace. Penso che questo valga per tutto ciò che amiamo.

      A presto, torna a trovarmi! 🙂

  3. Brava Alice, proprio un bel post! Guardare tutto, scegliere con acume, sulla base di come si è – imprescindibile, questo, in un lavoro solitario come il nostro – e in vista di quella bella Purple Cow che fluttua nel cielo…

  4. Ciao Alice,
    ho trovato quest’articolo davvero interessante e spunto di varie riflessioni.
    Hai toccato un punto dolentissimo al quale ho pensato per molto tempo, ovvero quello di trovare un mentore.
    Ma come fare?
    Silvia

    1. Ciao Silvia, sono contenta che il mio articolo sia stato uno spunto valido per te.

      Per quanto riguarda la questione del mentore, credo che un buon punto di partenza potrebbe essere quello di domandare nei vari gruppi di colleghi presenti sulle piattaforme social. In alternativa, come suggeriva una collega molto esperta quando ero io a essere agli inizi, potresti accordarti con le agenzie per poter ricevere un riscontro rispetto ai tuoi lavori, di modo da poterti misurare con le correzioni e i suggerimenti di colleghi più formati.

  5. Ciao Alice,
    hai scritto un post molto interessante, grazie!
    Secondo me conta anche, soprattutto se si è alle prime armi, saper interagire con i colleghi, perché solo così si riesce a progredire più rapidamente.
    A questo proposito… hai consigli da dare a chi vive all’estero ed è alla disperata ricerca di piattaforme valide su cui conoscere altri colleghi italiani con cui confrontarsi? Finora non ho avuto fortuna… Come fanno gli altri? C’è un sito particolare per traduttori italiani?
    Cinzia

    1. Ciao Cinzia, grazie per essere passata di qui… e per il tuo commento!

      Per quanto riguarda la domanda che poni, siti particolari non me ne vengono in mente. Fossi in te, però, proverei a scartabellare i gruppi Facebook, perché ce ne sono molti di natura informale dove poter chiedere e cercare. In bocca al lupo 😉

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