>>> Questo articolo è tratto da “Aiuto! Chi me lo traduce?“, la guida gratuita…
La traduzione automatica e dord, la parola fantasma
Ho trovato il video di Despacito tradotto con Google Translate qualche settimana fa e mi è piaciuto tantissimo.
È divertente, fantasioso e… mostra chiaramente che non basta l’uso di un dizionario per tradurre un testo e dargli un senso.
In un’intervista rilasciata qualche anno fa all’Huffington Post, il futurologo Ray Kurzweil ha predetto che la traduzione automatica sarà in grado di sostituire i traduttori umani nel 2029.
Insomma, c’è ancora qualche anno di tempo per divertirsi.
Nel frattempo la lingua cambia, si trasforma, crea sfumature nuove che talvolta sono difficili da cogliere persino tra persone che parlano la stessa lingua ma appartenenti a fasce d’età differenti o che abitano in zone geografiche diverse, per esempio.
Senza contare gli errori umani.
Riusciranno i sofisticati programmi di traduzione automatica non soltanto a riconoscere un contesto ma anche a identificare un errore e a comprendere come correggerlo in modo corretto?
Prendiamo la parola dord, per esempio.
Conoscete la sua storia?
Dord rappresenta uno dei più famosi errori lessicografici in ambito anglofono, una parola fantasma, o ghost word.
Insomma, non esiste ma è esistita, ha una sua storia.
La storia racconta che era stata inserita nella seconda edizione del New International Dictionary, opera edita dalla G. and C. Merriam Company nel 1934, come sinonimo di “densità” in ambito fisico e chimico.
Com’era potuto accadere?
Semplice: errore umano.
Pare che il 31 luglio 1931 Austin M. Patterson, redattore del volume relativamente ai termini chimici, avesse inviato l’appunto “D or d, cont./density“.
Qualcuno al tempo non comprese bene l’annotazione, considerando che “D or d” stessero a indicare un’unica parola: dord.
Se ne accorsero nel 1939 e la parola sparì del tutto dai dizionari soltanto nel 1947.
Se al tempo fossero già stati in uso i programmi di traduzione automatica, quale sarebbe stata la storia di dord? Si sarebbero accorti subito dell’errore o no?
Potrei sbagliarmi, ma a mio avviso per la traduzione automatica saranno gli errori umani a rappresentare la sfida più grande da affrontare.
Che ne pensi? Hai idee a riguardo?
Sarò felicissima di leggere un tuo parere a riguardo, lasciami un commento!
Questo articolo ha 0 commenti