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Quando il traduttore freelance riceve richieste fuori orario


Uno dei principali vantaggi di una persona che lavora come freelance e lo fa da casa, come nel caso della maggior parte dei traduttori, è la possibilità di gestire il proprio tempo in base a ritmi ed esigenze proprie.

Tuttavia, questo non significa, come molti immaginano, poter fare ciò che si vuole quando si vuole. La difficoltà maggiore per un traduttore freelance è infatti saper bilanciare il tempo destinato al lavoro e quello libero.

Io ci ho messo anni a ricordarmi di cosa volesse dire prendersi un fine settimana tutto intero. Amo il mio lavoro e forse proprio per questo avevo raggiunto ritmi stressanti senza neppure accorgermene. A questo va unito il fatto che non ero molto brava a rifiutare un lavoro, a dire di no.

A dire di no si impara col tempo, e col tempo si impara soprattutto a trovare un proprio ritmo, a definire un orario di riferimento (talvolta tenendo conto anche del fuso orario dei propri clienti principali) e a gestire in maniera più disinvolta le urgenze e i periodi particolarmente pieni.

Una questione interessante è il diverso atteggiamento adottato dai vari traduttori professionisti rispetto alle richieste che pervengono al di fuori dell’orario di lavoro impostato come standard.

In quei casi come è bene comportarsi?

In base alle risposte di colleghi e colleghe a cui ho chiesto, vi sono diversi atteggiamenti, i cui estremi sono naturalmente la flessibilità del “Rispondo comunque, tanto non mi costa nulla” da una parte e la rigidità del “Se per scrivermi ha atteso le 18.01 di venerdì può aspettare che io risponda il lunedì mattina”.

In mezzo ci sono miriadi di sfumature.

Per quanto mi riguarda, credo di appartenere alla categoria dei flessibili.

Le richieste di informazioni o per una traduzione che vengono inviate fuori orario hanno di solito carattere di urgenza. In quei casi, a meno che non vi siano ragioni specifiche che mi impediscano di farlo, rispondo sempre.

Può essere una risposta breve, nella quale confermo al cliente la ricezione dell’email ma faccio presente che potrò esserci solo dal giorno dopo, dal lunedì, al ritorno delle vacanze, ecc.

Oppure si tratta di una risposta vera e propria, in cui valuto il testo propostomi e indico le mie condizioni di lavoro.

Rispondere per me è importante. Anche, e forse soprattutto, se non me ne posso occupare.

Il “non mi costa nulla” che ho abbinato alla flessibilità in questo caso lo considero un atto di gentilezza.

Un cliente con una richiesta o un’agenzia che ha un lavoro urgente da affidare può aver piacere di sapere che la persona alla quale sta scrivendo non può prendersene carico, perché così avrà più tempo per cercare un’altra risorsa a cui proporre il progetto.

Alcuni potranno obiettare: ma così quand’è che un traduttore freelance può dire di avere davvero del tempo libero?

Dipende dalla percezione che se ne ha.

Chi si avvicina più all’estremo del “Rispondo lunedì” di solito lo fa proprio perché se dovesse stare attento a questi aspetti non riuscirebbe a vivere pienamente il distacco giorno lavorativo/giorno non lavorativo. Ed è una pausa talvolta necessaria e sacrosanta.

Chi ha un atteggiamento più flessibile semplicemente non sembra patire questa distinzione, non lo vive come un peso.

Tu a quale dei due estremi pensi di avvicinarti di più?

Hai degli orari standard a cui ti attieni?

Sarò felicissima di leggere un tuo parere a riguardo, lasciami un commento!

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Ciao Alice, sono d’accordo con te, bisogna essere gentili, bastano due righe per dire che non possiamo prenderci carico del lavoro subito, ma magari il giorno X. Questo sicuramente ci aiuta a curare la nostra reputazione e la relazione con i clienti. A presto, Elizabeth

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